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Accompagnamento all’elaborazione del lutto
“la vera e propria creatività, nella mia esperienza, è indissolubilmente legata con la consapevolezza della mortalità…Questo è ciò che rende vita vivibile e–per inciso–la terapia possibile.” (L. Perls, 1992, p.122)
Il lutto è un processo esistenziale fisiologico che si riferisce allo stato psicologico in cui ci si viene a trovare in seguito alla perdita di un “oggetto significativo” per la propria esistenza. Può cioè attivarsi in seguito alla perdita di un “oggetto esterno” (es .morte di una persona cara, separazione, divorzio, trasferimento) ma anche riferirsi alla perdita di un “oggetto interno” (es. perdita della propria immagine sociale o lavorativa, fallimento personale etc). Il lutto si cronicizza, quando lo stato si protrae per oltre 18 mesi, impattando negativamente sul funzionamento psicologico, relazionale e sociale della persona e sulla sua qualità di vita in generale. Si entra in questo caso in un quadro di “Lutto patologico” in cui l’ineluttabilità dell’evento non riesce ad essere accettata e le emozioni e le cognizioni negative ad esso correlate non vengono elaborate e integrate. Un tempestivo intervento psicoterapeutico specializzato consente, grazie alla ristrutturazione di vissuti emotivi disfunzionali, delle cognizioni negative e all’elaborazione di eventuali nuclei traumatici correlati, una piena ripresa funzionale, il recupero o la ri-formulazione del proprio progetto di vita e soprattutto previene o riduce la co-morbilità con disturbi dell’umore, quali quadri ansioso-depressivi.
La terapia della Gestalt è congruente con le esigenze di counseling e di psicoterapia del lutto. Il metodo fenomenologico che favorisce il mettere da parte le ipotesi, i preconcetti e le aspettative, concentrandosi sull’ esperienza soggettiva del cliente è particolarmente prezioso per accettare la realtà della perdita e sperimentare il dolore del lutto, (Worden, 1983, 1991, 2002). Rilevanti per tutti i compiti di lutto sono inoltre i processi della Gestalt di autoregolazione organismica e dell’adattamento creativo. Un lutto è infatti un’enorme perturbazione dell’equilibrio personale e della regolazione del mondo. I compiti di aiuto del lutto permettono di trovare un nuovo equilibrio di adeguamenti creativi in tutti gli aspetti della propria vita. L’adattamento creativo durante il lutto, significa adattare se stessi a “ciò che è,” cambiando e riorganizzando l’ambiente proprio per aprirsi alla nuova realtà che comprende l’assenza fisica dalla propria vita della persona scomparsa. La creatività è presente nello sviluppo di nuovi aspetti di se stessi e nel trovare un nuovo aiuto esterno per riempire ciò che manca (Yontef, 1993, p. 195). Non è facile passare dall’ incredulità alla consapevolezza e all’accettazione. C’è spesso dissonanza cognitiva, cioè convive nel cliente l’affermazione e la negazione della morte allo stesso tempo (Kauffman, 1993). Queste dissonanze possono essere esplorate efficacemente attraverso alcune tecniche gestaltiche (come quelle delle due sedie). Il senso fisico di sé è spesso interrotto da sentimenti di frammentazione o di dissociazione dal proprio corpo. Esercizi che aiutano a sostenere e centrare il corpo sono utili, nonché il mantenimento di una consapevolezza dei bisogni corporei, come il cibo, il riposo o essere depositati, e trovando il modo di soddisfarli. Dopo una perdita ci può essere il bisogno di auto-regolare il ritmo e l’intensità della propria esperienza, mantenendo il dolore ad un livello tollerabile con un ritmo adeguato di alternanza fra affrontare ed evitare il dolore, in modo che uno non è né invaso da esso, né insensibile. Questa auto-regolamentazione vale anche per valutare la disponibilità ad apportare modifiche, come fare cambiamenti o iniziare una nuova relazione, dopo una perdita.
Il Dott. E Callus, psicologo, psicoterapeuta e collaboratore dello Studio Metafora ha svolto degli approfondimenti nell’assistenza psicologica al lutto traumatico e naturale presso l’Istituto di Tanatologia e Medicina Psicologica.
Kauffman, J. (1993). Dissociative functions in the normal mourning process. OMEGA, 28(1).
Perls, L. (1992). Living at the Boundary. Highland, NY: The Gestalt Journal Press.
Worden, J. W. (1983). Grief Counseling and Grief Therapy: A Handbook for the Mental Health Practitioner. New York, NY: Springer Publishing Co.
Worden, J. W. (1991). Grief Counseling and Grief Therapy: A Handbook for the Mental Health Practitioner, 2nd ed. New York, NY: Springer Publishing Co.
Worden, J. W. (2002). Grief Counseling and Grief Therapy: A Handbook for the Mental Health Practitioner, 3rd ed. New York, NY: Springer Publishing Co.
Yontef, G. (1993). Awareness, Dialogue & Process. Highland, NY: Gestalt Journal Press.